Farnia

Quercus robur

È albero diffuso in Europa, caratteristico delle zone pianeggianti, imponente tanto che può arrivare ad un’altezza di 30-35 metri: è da sempre considerato il simbolo della “forza”. Vive bene anche in terreni molto umidi purché privi di ristagno idrico. È longevo: vive anche 150-200 anni e ha superato, in alcuni casi, i 500. Ha una chioma massiccia a forma di cupola, di colore verde intenso. Il tronco è diritto, ramificato a poca distanza da terra e i rami robusti conferiscono all’albero una forma maestosa.

La corteccia è grigiastra, inizialmente liscia e lucida, ma con l’età diventa solcata e fessurata in piccole placche che, in inverno, offrono protezione avarie specie di larve.

Corteccia della Farnia

Le foglie sono semplici, alterne, lunghe 8-12 cm. e subsessili, cioè quasi senza picciolo (il picciolo è appena percettibile: 1-5 mm.). La lamina fogliare è lobata, con 4-5 lobi arrotondati e non molto profondi; sul punto di attacco al rametto, il margine forma due caratteristici lobi asimmetrici detti “orecchiette”. La pagina superiore è color verde scuro, inferiormente invece la foglia è glabra e chiara. Le foglie compaiono contemporaneamente ai fiori in aprile-maggio.

Foglie della Farnia

I fiori maschili sono degli amenti esili, penduli e giallastri; quelli femminili si trovano all’estremità dei germogli sulla stessa pianta.

Fiori della Farnia

I frutti sono delle ghiande sessili disposte in paia su lunghi peduncoli comuni (fino a 3-6 cm.); hanno forma ovoidale, sormontati da una cupola che li ricopre per circa ¼ con squame rilevate e arrotondate.

Frutti della Farnia

FITOTERAPIA La parte più usata della Farnia, a scopo medicamentoso, è la corteccia che si raccoglie in primavera o in autunno dai rami giovani, staccandola con un coltello e facendola essiccare al sole. I decotti di corteccia sono utili nella cura delle diarree e delle febbri intermittenti, mitigano le infiammazioni della bocca e della gola, rassodano le gengive e sgrassano il cuoio capelluto.

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